La legge Fornero non aveva ritenuto utili per la pensione le giornate di assenza dal lavoro per donazione di sangue. Nel rigido scenario della riforma, migliaia di lavoratori si sono trovati a un bivio: allungare la permanenza sul posto di lavoro tanto quanto le giornate impegnate per le donazioni (fino a 160 giornate), oppure rassegnarsi a una corrispondente riduzione del vitalizio.
Vittorio Spinelli, nella rivista Avvenire del 6 novembre 2013, scrive: "
La distrazione (o precisa volontà?) della riforma è stata superata grazie alla pressione di patronati, sindacati e di altre rappresentanze, che ha indotto Camera e Senato a confermare la validità ai fini pensionistici dei permessi lavorativi per donazioni di sangue ed emoderivati."
La relativa disposizione è stata inserita nella legge 125 del 30 ottobre 2013 (legge di conversione del decreto 101 sulla Pubblica Amministrazione). Con tale legge la donazione di sangue non incide sul diritto alla pensione.