La rabbia dicono che nasca dall'assenza di un futuro lavorativo, che consenta dignità e indipedenza, anche con i titoli di studio più alti. Tuttociò ha generato un aumento delle frustrazioni nei giovani che osservano la mancanza di meritocrazia del sistema Italia.
Pur condividendone i principi - e registrando una profonda mobilitazione degli studenti in tutta Europa - non si può che condannare i gesti di violenza che si sono verificati tuttavia tali avvenimenti danno l'impressione che stia ribollendo nel campo qualcosa di simile alla protesta strutturale dell'organizzazione sociale portata avanti dallo storico movimento studentesco del '68. Questo perchè oggi la situazione economica e lavorativa e sensibilmente peggiorata e le nuove generazioni sono state depredate della possibilità di un futuro indipendente. Tenuti al guinzaglio come adolescenti fino a 30 anni per poi passare nel mondo del lavoro come laureati precari o disoccupati.
In seguito alla legge Gelmini c'è da augurarsi che nasca e venga portato avanti un dialogo con gli studenti, con il futuro della società italiana.
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