I fan dell'auto ad aria compressa, riapparsa in Francia come la fenice dalle ceneri di uno strano oblio, si stanno organizzando anche in Italia con un gruppo di acquisto. «E' realta'. L'Auto ad Aria Compressa funziona e sbarchera' sul mercato a breve. Emissione nocive zero, autonomia di 200 chilometri e velocita' massima di 70 Km orari: una Urban Car destinata a rivoluzionare il mondo della mobilita' - scrivono sul sito autoariacompressa.com - La lobby petrolifera trema e i produttori di auto tradizionali, inchiodati come sono al passato, iniziano ad avere seriamente paura». I veicoli alimentati ad aria compressa prenotabili sono L'AirPod e l'AirOne.
Secondo i sostenitori della rivoluzione ad aria compressa le grandi imprese automobilistiche si starebbero muovendo per impedire che questa tecnologia venga alla ribalta. La prima strategia e' quella del silenzio che i media dedicherebbero a quella che viene prospettata come "la rivoluzione del secolo", «I questi mesi l'auto ad aria compressa e' in road show per l'Europa, ne avete sentito parlare?» chiedono polemicamente quelli del gruppo di acquisto. La seconda strategia e' invece quella di mettere in cattiva luce l'azienda produttrice, la lussemburghese Motor Developement International (Mdi), che pero' opera in Francia, «Attraverso studi scientifici, come quello condotto dall'universita' Californiana Berkeley, che vadano a minare la bonta' del progetto. Per loro l'auto ad aria inquina ed e' piu' costosa di un'auto tradizionale. Insomma, i monopolisti della mobilita' su ruota hanno iniziato a difendersi e, questa, e' una notizia fantastica per tutti
noi poiche' sintomatica del fatto che siamo di fronte ad una possibile rivoluzione epocale».
Al rapporto dell'universita' di Berkley ha risposto direttamente la Mdi con una lettera «Nella quale facilmente si smontano le tesi propinate - assicurano sul sito autoariacompressa.com - con il dettaglio degli errori grossolani commessi nello studio». Secondo i sostenitori delle nuove urban car ad aria compressa la Berkeley avrebbe fatto una pessima figura: «Ha deciso di minare la propria credibilita' internazionale salendo sul carro del potere anziche' di essere obiettiva. La lettera di Mdi ci ha pero' dato qualche notizia tecnica in piu' rispetto al passato in merito all'AirPod in arrivo: pesa 330 chilogrammi, il suo sistema ad aria compressa sopporta dodicimila ricariche (stima di vita: 30 anni), impiega meno di due minuti per la ricarica ed il costo si aggira intorno ai 6.000/7.000 Euro» (che sono un po' piu' dei 4.000/5.000 euro pubblicizzati con il primo lancio della mini-auto).
I fan della auto elettrica illustrano anche le caratteristiche dell'AirPod presentata al salone dell'auto di Ginevra: ha 3 ruote, una davanti e due dietro, e un discreto spazio per i passeggeri perche' il serbatoio per l'aria occupa poco spazio. Il carburante e' l'energia dell'aria compressa immagazzinata in un serbatoio di 5000 libbre per pollice quadrato e «Nell'AirPod il conducente e' seduto da solo ed il movimento della ruota anteriore avviene mediante l'utilizzo di un semplice e preciso joystick anziche' avvalendosi del classico volante. La capienza dell'AirPod e' di due passeggeri oltre il conducente, seduti al contrario rispetto alla direzione di guida, come si puo' immaginare dalle foto pubblicate». Si tratta di un mezzo "slow", con una lenta accelerazione, visto che il motore e' spinto da otto cavalli e che la velocita' massima che puo' raggiungere e' di circa 70 km orari, con un'autonomia di circa 180 km. Per riempire il serbatoio di 210
litri di aria compressa ci vogliono 2 minuti.
Secondo autoariacompressa.com «Rispetto agli altri veicoli "alternativi", quali l'auto elettrica per esempio, l'auto ad aria compressa ha il vantaggio di non dover avvalersi di costose batterie pertanto il suo prezzo e' davvero accattivante». La Mdi afferma che il costo del pieno di aria compressa potrebbe essere intorno ad un euro e che l'aeroporto di Parigi ha gia' deciso di utilizzare questi mezzi per gli spostamenti interni e che quello di Amsterdam lo seguira' a ruota.
Ai fan italiani dell'auto ad aria compressa non va giu' l'atteggiamento dei grandi marchi automobilistici: «Certo, in un mondo perfetto i produttori di auto tradizionali si sarebbero stretti intorno all'idea dell'auto ad aria compressa, avrebbero lavorato giorno e notte collaborando per metterla in produzione al piu' presto, le strade delle citta' si sarebbero di conseguenza trasformate molto prima da luoghi invivibili, portatrici di malattie gravissime per noi e per i nostri figli, in luoghi quantomeno migliori. Naturalmente, l'ostruzionismo figlio del protezionismo al quale stiamo assistendo, non sorprende piu': ci siamo abituati, in mondo dominato dal dio denaro». Il problema ancora una volta sembra quello del modello di consumo dominante: «Ci sono aziende, fior di professionisti pagati e strapagati per effettuare ricerche di mercato nel campo automobilistico, capire le tendenze, i desideri della gente, le potenzialita' del settore. Le case
costruttrici di automobili prendono questi dati e che fanno? Li manipolano secondo gli interessi decennali che legano l'industria automobilistica ai petrolieri. Il messaggio che si vuole fare passare "quello che l'auto dei desideri" un'auto che in 3 decimi di secondo raggiunge i 200 chilometri orari. I consumi? Elemento poco significativo. Le emissioni nocive? Idem. Le pubblicita' rilanciano ancora auto con 3.000 di cilindrata che percorrono meno di 10 km con un litro di combustibile fossile, inquinante a dismisura. E' davvero questo che desiderano i consumatori-automobilisti? Non lo credo e non lo voglio credere - conclude il curatore del sito autoariacompressa.com . Saranno piuttosto i cartelli del petrolio che non vogliono mollare l'osso, a discapito della salute delle persone compresi i figli stessi dei petrolieri. Ma pare che i danni a lungo termine non interessino a nessuno».
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