mercoledì 26 maggio 2010

LA TASSA MATRIMONIALE

Il matrimonio è un business per la società. Tutto quadruplica il prezzo e i due poveri innamorati si devono svenare per rendere il fatidico giorno indimenticabile.
Tuttavia, in un mondo che sta sempre più perdendo l'idea e la consuetudine del gruppo famigliare in favore di un'individualità sempre più esasperata, sembra inverosimile che quelle poche coppie che ancora hanno la fortuna di aspirare a una vita insieme debbano pagare in modo sproporzionato ogni cosa: dal vestito alle fedi.
Tuttavia il mondo del commercio è così e il rapporto tra domanda e offerta viene indubbiamente intaccato da un evento per il quale generalmente si sorvola sul prezzo in favore di una migliore qualità.
Al solito la burocrazia ha il primato dello scandalo: per certificato di stato civile e residenza ognuno degli sposi deve elargire alla propria pubblica amministrazione una marca da bollo da 14,62€ più i diritti (in genere tra 0,50€ e 1,00€). Inoltre, nel comune dove ci si sposa, dove cioè si renderà pubblica la futura unione nonchè nei comuni di residenza degli sposi è necessario l'affissione delle pubblicazioni: altri 14,62 a persona.
Quindi in totale vengono elargiti 58,48€ dai futuri sposi alle pubbliche amministrazioni per certificare qualcosa per cui basterebbe una semplice autocertificazione (ovviamente ognuno si assumerebbe le responsabilità penali delle autocertificazioni). In tal modo si snellirebbero burocrazia e spese inutili per i cittadini...ma forse, a parte tutto il solito ronzare, l'interesse della politica nel favorire le famiglie è solo qualcosa da mostrare in campagna elettorale o un'argomentazione piena di retorica contro le unioni gay.
Intanto i futuri sposi elargiscono generosamente!

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