lunedì 11 aprile 2011

ENERGIA NUCLEARE: E' PROPRIO INDISPENSABILE?


1) RIFLESSIONI SUL NUCLEARE:
Il sistema elettrico nazionale è articolato in tre fasi: produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica.
L’energia elettrica come la conosciamo non esiste in natura e bisogna, quindi, produrla. Produrre energia vuol dire trasformare in “elettricità” l’energia ricavata da fonti primarie. Questa trasformazione avviene nelle centrali elettriche.
Trasmettere energia vuol dire trasferire l’energia prodotta dai centri di produzione alle zone di consumo. Perché ciò avvenga occorrono linee, stazioni elettriche e di trasformazione.
L’ultima fase che conclude la filiera del sistema elettrico nazionale è rappresentata dalla distribuzione, cioè la consegna di elettricità in media e bassa tensione agli utenti.
Purtroppo l’energia elettrica non può essere immagazzinata, perciò è necessario regolare la produzione in modo che sia uguale al fabbisogno, bilanciando l’offerta e la domanda di energia in ogni momento, questa attività è definita dispacciamento.
Nell'esercizio di una rete elettrica, in ogni momento, è necessario utilizzare gli impianti in modo da avere la possibilità di fronteggiare un guasto ad un qualunque elemento del sistema.
In ogni momento dobbiamo avere la possibilità di fronteggiare la perdita di produzione di una centrale aumentando la produzione e/o l'importazione in modo da non avere distacchi di utenza; nel caso di perdita di un carico di un’utenza industriale dobbiamo essere in grado di ridurre la produzione di energia; nel caso di guasto di una qualunque linea elettrica, dobbiamo essere in grado di fronteggiare la situazione evitando sovraccarichi, e se la linea è quella che collega due sistemi elettrici come quello dell’Italia continentale e della Sardegna può essere necessario aumentare o ridurre la produzione per evitare distacchi di utenza e criticità dovute all’eccesso di produzione.
Tutto questo deve avvenire in tempi dell'ordine di decimi o centesimi di secondo...
Le centrali nucleari non permettono di variare la produzione per adeguarla alle variazioni dei consumi, hanno tempi di accensione spegnimento lunghissimi, le centrali termiche a combustibile fossile permettono variazioni abbastanza lente nella produzione ed hanno tempi di accensione spegnimento dell'ordine di 6-8 ore, le centrali a gas permettono variazioni più rapide con tempi dei accensione spegnimento di 20-40 minuti, le idroelettriche possono avviare, azzerare o modificare la produzione in pochi minuti, l'eolico e il fotovoltaico hanno una produzione legata alle condizioni atmosferiche (che può essere prevista).
L'andamento dei consumi di energia elettrica, è in diminuzione, la flessione è stata accentuata dalla crisi, ma la tendenza si è invertita già dal 2007 (sotto i consumi in migliaia di gigawattora dal 2000).
Probabilmente si tratta dell'effetto della diffusione di lampade a risparmio energetico, elettrodomestici a basso consumo, utilizzo di pannelli solari per produzione di acqua calda, mentre il dato del 2009 è imputabile alla crisi, nel 2010 c’è stata una leggera ripresa, 305.500 GWh probabilmente dovuto ad una ripresa dei consumi legata ad una attenuazione della crisi.
Vediamo come siamo messi con la capacità produttiva, molti sono convinti che acquistiamo energia dall'estero perchè non siamo in grado di produrne la quantità che ci occorre.
Abbiamo una capacità produttiva che è quasi il doppio della richiesta massima.
Nel 2010 il fabbisogno orario dell'intera nazione è oscillato tra 18 e 59GW, per una capacità produttiva pari a 107GW, non siamo in emergenza, quindi rispetto alla scelta del nucleare civile la nazione può prendersi tutto il tempo necessario per fare valutazioni ponderate.
Riguardo l’acquisto di energia dall’estero, questo avviene perché le centrali nucleari non possono variare la produzione e durante la notte (in Francia ed in altri paesi) quando la produzione supera il fabbisogno, per disfarsene sono costretti ad abbassare notevolmente i prezzi (anche al di sotto dei costi di produzione) e noi la acquistiamo perché ce la vendono ad un prezzo molto vantaggioso.
I consumi delle utenze domestiche nel 2009 sono stati di 69.000 GWh rispetto al totale di 300.000 GWh (l'obiettivo del 5% da coprire con la produzione delle centrali nucleari è pari a circa 15.000GWh)
La produzione di energia da fonti rinnovabili è passata da 58.000 GWh nel 2008 a 69.000 nel 2009 a 73.000 nel 2010
In solo 2 anni anno abbiamo avuto un incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili pari alla produzione attesa tra 15 o 20 anni dal nucleare.


2)SICUREZZA E SALUTE:
Nei dintorni delle centrali nucleari, anche in assenza di incidenti, aumentano i casi di malformazioni, leucemie, tumori.
Il Giappone è considerato all’avanguardia sugli impianti nucleari, e fino a ieri veniva indicato come esempio e garanzia della loro sicurezza.
Le centrali nucleari, sono potenzialmente molto pericolose, il rischio di incidente può essere ridotto, ma non eliminato.
A Chernobil, ancora oggi a distanza di decenni stanno pagando (a caro prezzo!) le conseguenze dell'incidente, e Fukushima è l’ulteriore prova dell’imprevedibilità degli eventi naturali.
Gli eventi avvenuti in Giappone, impongono la necessità di fare qualche riflessione, mentre noi discutiamo sulla necessità e pericolosità del nucleare, tutte le nazioni si stanno orientando verso la dismissione delle centrali nucleari e stanno avviando piani imponenti per sostituirle con produzioni da fonti rinnovabili.
Le compagnie assicuratrici non assicurano le centrali nucleari, o al massimo le assicurano limitando l'indennizzo ad un tetto massimo (un po' come l'assicurazione dell'auto). Questo significa anche che non è possibile valutare il rischio potenziale, né i costi di un'eventuale bonifica (ed espone a rischi notevoli di diventare bersagli terroristici).
La realizzazione delle centrali nucleari, la gestione delle scorie, ed in molti casi anche l'esercizio sono affidate ad aziende pubbliche, oltre che per motivi economici anche perchè si cerca di evitare che la sicurezza di questi impianti non debba fare i conti con la logica del profitto.
In Francia l'EDF è rimasta monopolista, in Italia la situazione è molto diversa, ed anche l'affidamento successivo alla realizzazione non sarebbe semplice e non darebbe le stesse garanzie.
Ci sono poi gli aspetti della gestione delle scorie e della dismissione dell'impianto a fine vita produttiva.
Per la gestione delle scorie, in genere si parla di stoccaggio, che consiste nel seppellirle in una grotta abbastanza profonda in una zona sismicamente stabile, facendo la guardia per qualche migliaio di anni, sperando che questa soluzione garantisca il contenimento della radioattività per secoli...
Esistono ricerche sul trattamento delle scorie, un processo molto costoso permette di ottenere materiale utilizzabile per la produzione di energia elettrica, ma anche questo procedimento produce scorie radioattive e quindi non risolve il problema.
L'altro aspetto è la dismissione e la bonifica dell'impianto a fine vita della centrale, questa attività produce rifiuti radioattivi, che vanno trattati come le scorie, le centrali nucleari che sono state fermate ai tempi del referendum stanno raggiungendo la fine della loro vita ed avremo il problema della dismissione, ma per fare questo dovrebbe prima essere individuato un sito di stoccaggio, dopo il tentativo fallito di realizzarlo a Scansano).
Pare da un’inchiesta del giornalista Gianni Lannes che i lavori per lo smantellamento della centrale di Caorso siano stati affidati a un’impresa vicina alla ‘nrangheta e che le scorie sono state o verranno smaltite facendo affondare la nave che le trasporta…

3)COSTI:
Per valutare se un investimento del genere è conveniente, un dato importante è il costo di una centrale nucleare, per la sola realizzazione si parla di una spesa che può oscillare tra i 5 e i 10 miliardi di Euro, esso rappresenta circa il 25% dei costi di una centrale nucleare, il 43% circa è dovuto alla gestione ed esercizio, ed il 33% alla gestione delle scorie.
La deduzione è semplice, se nel conto economico comprendiamo anche le spese di realizzazione e di gestione delle scorie, il costo dell'energia diventa più che doppio.
Probabilmente le scorte di uranio non si esauriranno prima di aver realizzato le centrali, ma consideriamo che oggi i costi ridotti sono dovuti alla domanda attuale di uranio, e che tra 10 o 20 anni sarà aumentata, saranno diminuite le scorte e di conseguenza il prezzo sarà più elevato.
I tempi di realizzazione, che tra il dato più ottimistico di una decina di anni ed il più pessimistico di oltre 20, sembra ragionevole pensare che non si comincerà a produrre energia prima di una quindicina di anni e che i benefici si cominceranno a vedere tra oltre 20.
Una diminuzione delle bollette domestiche è molto improbabile, ma c’è il rischio di una nuova componente tariffaria per finanziare la nuova avventura.
Ipotizziamo che con il nucleare si vogliano realizzare centrali che abbiano una capacità produttiva di 10GW. Ipotizziamo 5 centrali da 2 GW?
Tralasciamo i costi indotti dovuti a interventi sulle infrastrutture e sulla rete elettrica (che comunque sarebbero da calcolare e sommare).
Stiamo parlando di 30-40 miliardi di euro di costi di costruzione e poi di altri 90-120 miliardi di euro di costi di esercizio e gestione scorie.
Queste centrali cominceranno a produrre energia tra 15 anni, e avremo qualche beneficio tra oltre 20 anni.
Nei costi bisogna considerare cosa comporterebbe per l'economia la presenza di centrali nucleari.
I prodotti agricoli diminuirebbero di parecchio il proprio fascino se provenissero da una zona limitrofe a una centrale nucleare, stesso discorso per i prodotti lavorati come vino, olio, miele, formaggi...
Il turismo e anche l'occupazione diminuirebbe in quel settore, diminuirebbero di pari passo i trasporti (e probabilmente sarebbero ridotte le rotte ed aumentati i prezzi).
Forse diminuirebbero i prezzi delle case, poichè mancherebbe la domanda turistica, ma tutti gli alberghi, pensioni, ristoranti, bed & breakfast potrebbero sopravvivere? e chi ci lavora?
Qualche considerazione generale sull'esperienza francese, loro hanno avviato il programma nucleare 30 o 40 anni fa, ora a distanza di decenni hanno un beneficio, hanno fatto un investimento in un periodo di benessere e adesso, a distanza di 30-40 anni, ne hanno un beneficio(bisognerebbe verificare se nonostante i costi e le conseguenze della dismissione degli impianti questi benefici non si tramuteranno in perdite).
Quando i francesi hanno avviato il programma nucleare la situazione economica era decisamente migliore, in una situazione come quella attuale avrebbero fatto le stesse scelte?
Oggi tra gli stati industrializzati solo le economie emergenti stanno investendo sull'energia nucleare, mentre molti di quelli che hanno fatto l'investimento decenni fa, ora si stanno orientando verso la dismissione degli impianti nucleari e puntano sulle fonti rinnovabili.

4)INDIPENDENZA ENERGETICA:
I consumi delle utenze domestiche nel 2009 sono stati di 69.000 GWh rispetto al totale di 300.000 GWh (l'obiettivo del 5% da coprire con la produzione delle centrali nucleari è pari a circa 15.000GWh)
La produzione di energia da fonti rinnovabili è passata da 58.000 GWh nel 2008 a 69.000 nel 2009 a 73.000 nel 2010.
Ricordo che: in solo 2 anni anno abbiamo avuto un incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili pari alla produzione attesa tra 15 o 20 anni dal nucleare.

La nostra dipendenza dai combustibili fossili, oltre che alla produzione di energia elettrica, è legata all’utilizzo di questi combustibili per l’autotrazione e per il riscaldamento, la riduzione di consumo di combustibili fossili attesa dalla produzione di energia nucleare non compensa neanche gli aumenti dei consumi attesi nei settori dell’autotrazione, trasporto e riscaldamento.
A febbraio 2011 le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono aumentate di 217.720 tonnellate rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Questo aumento corrisponde ad una crescita percentuale del 2,6%. Nei primi due mesi dell’anno le emissioni complessive sono cresciute del 2,1%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro, su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.
Spesso si cita il prezzo del petrolio e le scorte che diminuiscono come giustificazione del nuleare Quello che avviene per molte materie, ad esempio la lana o il cotone o per le terre rare, o il petrolio e il gas naturale, riguarda (o riguarderà) anche l’uranio, gli attori (nel determinare i prezzi) saranno esattamente gli stessi (e l'uranio, come il petrolio ce lo contenderemo con Cina e India e il prezzo sarà conseguente).
Quanto alla dipendenza da dittatori inaffidabili, è probabile che i paesi tranquilli che possiedono l'uranio non faranno beneficenza ma tenteranno di realizzare il massimo profitto economico (domanda/offerta), ed il problema non si risolverebbe con una missione umanitaria che si concretizza in bombardamenti e un governo fantoccio...

5)ALTERNATIVE:
La questione energetica dovrebbe essere parte integrante di un progetto di sviluppo che non comprometta il futuro dei nostri figli e che non porti alla distruzione del pianeta.
Dovremmo smetterla di misurare lo sviluppo in base al PIL, e valutarlo in termini di risorse ancora disponibili, di riduzione di emissioni e di riduzione del contributo al surriscaldamento globale.
La cosa più sensata è ridurre i consumi, evitare sprechi e consumi inutili, non solo riguardo all'elettricità, ma anche nel fare le scelte che influenzeranno il nostro sviluppo dobbiamo valutare l'impatto energetico, la produzione di rifiuti, le conseguenze sulla salute, ecc.
Per esempio bere l'acqua Boario o Sangemini, mangiare le zucchine coltivate in veneto o in Polonia, significa far viaggiare autotreni, consumare inutilmente carburante, e avere un peggioramento della salute dei cittadini (e volendo essere cinici, anche questo aspetto ha un costo non trascurabile poichè le ricadute sanitarie andrebbero a pesare sulla collettività come un aumento delle tasse per le accresciute spese assistenziali).
Anche realizzando tutte le centrali nucleari necessarie ad abbandonare il petrolio, mantenere gli attuali livelli di consumo delle risorse ci porterà alla distruzione del pianeta o all'esaurimento delle risorse.
Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno provocanto catastrofi naturali che non si erano mai viste nei secoli precedenti, sono record destinati ad essere superati nei prossimi anni...
In un conto di costi/benefici, l'atteso 5% di produzione nucleare che avremo tra 20 anni è ben poca cosa, e potremmo ottenerlo con costi inferiori, benefici immediati e con la possibilità di ripensamenti e di fare scelte diverse in futuro, quando ricerca e tecnologia permetteranno la produzione di energia con sistemi che non comportino rischi e che non compromettano l’ambiente.
La scelta del nucleare è stata fatta senza un piano energetico: anche nel settore dell'energia, l'Italia somiglia a un'armata brancaleone che non pianifica e non progetta. Tuttavia il governo sprezzante dei potenziali rischi ignora analisi e previsioni.
Se esistesse un piano energetico potremmo fare qualche valutazione in più ed avremmo chiaro cosa possiamo attenderci nell'andamento dei consumi e nelle variazioni nella produzione che possiamo attenderci dai diversi tipi di produzione elettrica.
Semplice incapacità?
Molti ambientalisti sono convinti che il motivo stia nel fatto che in base ai dati e alle previsioni, il progetto del nucleare risulterebbe palesemente inutile ed i costi costringerebbero a bloccare gli incentivi alla produzione da fonti rinnovabili.
E’ necessario favorire una riduzione dei consumi di energia elettrica, lampade ed elettrodomestici a risparmio energetico, coibentazione degli edifici, vetri ad elevato isolamento, ecc.
Tutta l'energia che può essere prodotta da fonti rinnovabili oltre a ridurre i costi e l’inquinamento ci permetterà di far durare di più le scorte di giacimenti fossili.
L'eolico è brutto, ma tutto sommato è il minore dei mali, basterebbe individuare zone di pregio paesaggistico dove vietarne la realizzazione.
Il fotovoltaico ha dei limiti, ma se può ridurre i consumi delle utenze domestiche è una possibilità che non può essere ignorata, anche perchè gli sviluppi futuri della tecnologia permetteranno di migliorare le prestazioni degli impianti, riducendone i costi.
Potremmo spendere i soldi destinati all’avventura nucleare in modo migliore? Proviamo a fare qualche ipotesi.
La spesa per la costruzione di 5 centrali da 2 GW è di circa 35 miliardi di Euro, le spese di esercizio e gestione scorie le possiamo stimare pari ad altri 105miliardi di Euro per un totale di 140 miliardi di euro.
Il costo totale di un impianto fotovoltaico sufficiente per una famiglia è di circa 20.000 Euro.
Potremmo realizzare 7milioni di impianti domestici.
Se quei 140 miliardi li spalmiamo in 20 anni possiamo spendere 7 Miliardi l'anno.
Investendo quel denaro per incentivare il fotovoltaico, considerando checol passare degli anni, grazie al progresso tecnologico, costeranno sempre meno e renderanno sempre di più, ci ritroveremo tra 20 anni ad avere tutte le case dotate di pannelli solari.
Se poi vogliamo anche contribuire alla nostra economia dei 7 miliardi/anno ne destiniamo 1 alla ricerca ed alla creazione di una filiera industriale per produrre i pannelli fotovoltaici (e con i ricercatori che abbiamo possiamo aspirare anche a diventare leader mondiali...) e magari oltre a fabbricare quelli che ci servono potremmo riuscire a venderli ad altri stati.
La Germania si è posta l'obiettivo di produrre il 9-12% del suo fabbisogno con il fotovoltaico, in Italia (che il sole possiamo sfruttarlo molto di più) il nostro governo lo sta boicottando. In un anno (dal 2009 al 2010) La Germania è passata da quasi 10 GW a 18 GW di potenza installata di impianti fotovoltaici, l'Italia nello stesso periodo è passata da 1,142 a 2,910GW, c’è un grande margine di crescita.

6)PERCHE' IL NUCLEARE NON E' UNA SOLUZIONE:
Le centrali nucleari, sono potenzialmente molto pericolose, il rischio di incidente può essere ridotto, ma non eliminato, in caso di incidente nessuno è in grado di valutare e quantificare i potenziali danni ed i costi di una bonifica (neanche sappiamo se una bonifica sia possibile).
Anche in assenza di incidenti, nei dintorni delle centrali nucleari, aumentano i casi di malformazioni, leucemie, tumori.
Sul problema delle scorie non abbiamo ancora trovato soluzioni migliori del nasconderle in una grotta e fare la guardia per secoli.
In tutto il mondo le centrali nucleari non sono un'iniziativa privata ma in un modo o nell'altro vengono realizzate caricandone i costi sulla collettività (e così avviene anche per la gestione delle scorie), mentre i profitti sono interamente privatizzati.
I tempi di realizzazione di una centrale sono di 15-20 anni, significa non avere alcun beneficio per i prossimi 20-25 anni, a fronte di una spesa enorme.
Le centrali nucleari permetteranno di produrre energia tra almeno 15-20 anni, le rinnovabili permettono di produrre energia immediatamente.
Anche realizzando le centrali che il governo vorrebbe realizzare la nostra dipendenza dal petrolio resterebbe inalterata.
Le risorse necessarie a realizzare il ritorno al nucleare non si sa da dove verranno dirottate (scuola?sanità?ricerca?cultura?sviluppo?incentivi alle rinnovabili ed al risparmio energetico?...)
Se in questi 20 anni la ricerca ed il progresso tecnologico permetteranno di produrre energia con altri sistemi, nel caso volessimo cambiare rotta, l’investimento già realizzato andrebbe sprecato (o saremmo costretti a continuare il programma nucleare rinunciando ad altre soluzioni più pulite, convenienti e sicure), mentre con le rinnovabili si possono modificare i programmi senza sprecare gli investimenti già fatti.
Con il nucleare sono indispensabili interventi sulla rete elettrica che negli altri casi non sono necessari
La scelta è stata fatta "a sentimento", non sulla base di un piano energetico o su studi a lungo o breve termine.
Ricordiamo: in solo 2 anni anno abbiamo avuto un incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili pari alla produzione attesa tra 15 o 20 anni dal nucleare.
La realizzazione di una centrale nucleare compromette altre attività produttive (per esempio turismo e agricoltura con tutte le attività legate)
La situazione politica, l'infiltrazione mafiosa, l'organizzazione della cricca rendono molto meno affidabile e sicuro il nucleare realizzato in Italia, come si può pensare di affidare la realizzazione e l’esercizio di una centrale nucleare allo stesso sistema politico imprenditoriale della Salerno-Reggio Calabria, dei rifiuti in Campania, della ricostruzione in abruzzo?

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