mercoledì 3 marzo 2010

RICORDO DI ROSA LUIGINO



Lunedì 22 febbraio 2010 si è spento Rosa Luigino in seguito al peggioramento e al degenerare del morbo di Parkinson che lo affliggeva da quasi dieci anni.
Luigino Rosa fu un grande pugile italiano degli anni sessanta: colonia di Steve Klaus (manager di Duilio Loi e il più grande manager italiano di tutti i tempi) con la Totip di Milano. Combattè, nei professionisti, per il titolo italiano dei superleggeri. Tra i professionisti vantava un palmares di 26 incontri tutti vinti - tranne uno perso ai punti - . L'almanacco di boxe marchigiano descrive, quarantanni dopo, il suo abbandono ancora come un mistero incomprensibile poichè quasi certamente avrebbe raggiunto il traguardo assoluto tra i professionisti italiani dell'epoca.
Personalmente ne ho sempre sentito parlare come Luigì, secondo l'inflessione dialettale fermana, ma per me era zio Luigino poichè sono nato e cresciuto in Piemonte.
Quando ho iniziato a frequentarlo maggiormente avevo appena compiuto venti anni e andai a chiedergli qualche consiglio per migliorare il livello pugilistico:

"Ah tu sii lu figlio de Domé vieni, come sta?"
.
Ci allenammo insieme un paio di volte: postomi davanti al sacco mi chiese che tipo di pugile ero nonchè di fargli vedere cosa sapevo fare. Mi diede molti ottimi consigli. Tornato a Torino cominciarono dopo poco i campionati regionali: combattei e vinsi subito il primo incontro per k.o. tecnico dopo aver fatto contare l'avversario tre volte (primo e terzo round).
Ciò che mi trasmise zio Luigino fu d'immensa importanza non solo nel pugilato: ovviamente i consigli tecnici circa la gestione delle serie e del match o su come portare i colpi furono fondamentali, tuttavia mi trasmise anche un senso di lealtà sportiva, di rispetto delle regole e dell'avversario di rara portata ma soprattutto mi ispirò un grande senso di fiducia in me stesso e nelle mie possibilità.
Ricordo che al termine di uno di questi allenamenti era ispirato dalla maestosità di un grande pino marino: mentre stavamo conversando circa la concentrazione sulla tecnica e la bellezza stilisca di un bravo pugile (che non ha bisogno di brutalizzare l'avversario per dimostrare la propria superiorità) me lo comunicò e ciò mi colpì mostrandomi - ulteriormente - la grandezza e la gentilezza del suo animo da pugile-gentiluomo.
Poi dopo un anno la malattia e il tragico decorrere degli aventi fino al triste epilogo.
Non ho una visione materialista della vita e d'altra parte non so cosa ci attenda al termine, tuttavia credo che il respiro dell'Universo (la mia concezione di Dio) preveda una trasformazione poichè ritengo che la materia sia solo un modo di dar forma all'energia e di contenere lo Spirito.
Nulla è come sembra, nulla è come appare...

Addio zio Luigino spero che tu stia bene...ovunque tu sia.

Questo è il mio modo di salutarti.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Ermes sono Cristina, la figlia di Lugino, ti ringrazio per aver ricordato mio padre; io di ricordi condivisi con lui ne ho tanti e sono anche convinta come dice la mia scrittrice preferita che "non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo". Mio padre mi piace ricordarlo con poche e semplici parole che però racchiudono tutto il suo essere: Onesto, Leale, Coerente, Fiducionso, chi lo ha conosciuto non può che essere d'accordo con me e per chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo resta il rammarico di non aver incrociato una persona speciale. Voglio in fine provare a dissipare un " mistero incomprensibile"
-come citi nel tuo testo- sono sicura, anche se babbo non ne ha mai parlato, che molti anni fa tra una possibile notorietà sportiva e gli affetti lui ha scelto quest'ultimi. Grazie ancora e a presto.

Campofiloni Ermes ha detto...

Ho semplicemente citato ciò che ha scritto l'almanacco. Penso fosse semplicemente una figura retorica per descrivere la sua grandezza inespressa.
Tuttavia, da psicologo, posso affermare che anch'io ho avuto la stessa impressione.
Che grande pugile!...e che Uomo.