mercoledì 13 luglio 2011

DISCRIMINAZIONE?

Maria Pia è una bambina di 9 anni residente a Poggio Imperiale, piccolo comune vicino Foggia. Maria Pia ha un cromosoma in più nel suo genoma: è Down. La bambina è cardiopatica ma nonostante le difficoltà riesce ad andare a scuola e a vivere una vita il più possibile normale. Quando il comune di Poggio Imperiale ha organizzato la colonia estiva per i bambini delle elementari e delle medie, la madre della bimba ha tentato di iscriverla ma Maria Pia è stata rifiutata dall'assistente sociale in quanto "non idonea". A tale rifiuto la madre di Maria Pia ha tentato di opporsi andando a rivolgersi al sindaco (che è anche medico curante della famiglia) per tentare di trovare una soluzione, purtroppo senza successo.
La denuncia della madre: "E' l'ennesimo 'no' del Comune, ho anche spiegato che l'avrei accompagnata - io stessa, facendomi carico delle spese aggiuntive - per i sei giorni di colonia. Mia figlia fa una vita più o meno normale, ma viene emarginata".
Mi sembra l'ennesimo caso vergognoso di discriminazione del diverso...
Le istituzioni cittadine di Poggio Imperiale non evidenziano un esempio edificante di rispetto per la persona (perchè Maria Pia prima di essere Down è una persona), di solidarietà e di tolleranza.
Infatti l'art. 3 della Costituzione italiana recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza discriminazione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Mi sorge spontaneamente un dubbio: tale articolo Costituzionale vale anche per i Down? Spero sia evidente la provocatorietà della domanda!
Spero si possa trovare una soluzione che consenta a Maria Pia di andare in colonia e di vivere un importante esperienza di crescita e di sviluppo con i suoi coetanei come una bambina normale - con delle difficoltà per carità - ma senza un ulteriore appesantimento di una situazione già problematica.

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