lunedì 22 dicembre 2008

MOTORI AD ARIA COMPRESSA

L'auto ad aria è... volata via!
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?
Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina,leggerissima ed ultraresistente.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e
funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Dallo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 4 ore e mezza il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la
manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo
allestimento più semplice. Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: molti aquirenti si misero in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalle polveri sottili, dall'inquinamento, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un
certo momento in poi non si hanno più notizie.
Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto e hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei
risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose? Previsioni ed approfondimenti? Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti. Eppure, ingenuamente, potremmo pensare che le case automobilistiche in possesso di tali brevetti aumenterebbero vertigionosamente le vendite e quindi i profitti. Ma... lo sapevate che spesso le case automobiolistiche sono importanti azionisti delle ditte che distribuiscono i carburanti?!
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben
progettati.
Una macchina la cui manutenzione è paragonabile a quella di una comune bicicletta, che quindi che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.
Quindi deve essere eliminata e nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche sprezzante megadirettore di case automobilistiche o di un'inquietante dirigente di compagnie petrolifere, dove non possa far danno e con la certezza che "l'informazione" ufficiale non dirà mai nulla.
Come dice Marco Travaglio: "Passate parola".



1 commento:

AndreaMarchini ha detto...

La notizia buona è che la casa automobilistica indiana TATA, a febbraio 2008 ha deciso di sostenere lo sviluppo dell'auto di Guy Negre e intende utilizzarne le tecnologie anche per la generazione di energia elettrica nelle zone dell'India dove manca la corrente.
La brutta invece è che ci sono vari punti non realmente ok:
- il primo è che la fibra di vetro è si leggera ma non resistente, anzi piuttosto fragile.Ciò non garantirebbe gli standard di sicurezza per commercializzare il veicolo
- il secondo è che durante dei test di 4 ruote l'auto si è fermata...
la causa è il passaggio di pressione da qualche centinaia di atmosfere alla presione atmosferica: questo cambio repentino di pressione genera un abbassamento altrettanto repentino delle temperature del condotto nel quale passa l'aria compressa provocando il congelamento della stessa e il bloccaggio del sistema.


Posso solamente aggiungere che l'idea potrebbe essere migliorata e rivista e sarebbe una soluzione fantastica! rispario&riduzione inquinamento, il massimo! sempre nella speranza che nessuno metta il bastone tra le ruote...